Mediaevalia. Textos e estudos
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<p><em>Mediaevalia. Textos e estudos </em>foi fundada em 1992 e é publicada pela Faculdade de Letras da Universidade do Porto<img src="http://flup008/index.php/index/admin/contexts//ojs/public/site/images/root/Doc1.png" alt="" align="left" /></p>Gabinete de Filosofia Medieval / MEMP-IFpt-PTMediaevalia. Textos e estudos0872-0991Introduzione
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<div> <div title="Page 1"> <div> <div> <p><span style="font-size: 11pt; font-family: TimesNewRomanPSMT;">Nella cultura medievale il termine moderno </span><span style="font-size: 11pt; font-family: TimesNewRomanPS; font-style: italic;">finzione </span><span style="font-size: 11pt; font-family: TimesNewRomanPSMT;">ricopre molteplici forme </span><span style="font-size: 11pt; font-family: TimesNewRomanPSMT;">linguistiche e differenti significati. Nei diversi ambiti del sapere e dell’espressione – dalla teologia alla filosofia, dalla letteratura alla spiritualità, dalla predicazione alle disposizioni giuridiche – non è facile rinvenire un uniforme e unico senso che il termine – o insieme di termini affini e correlati – ha assunto presso gli autori dei secoli di mezzo, sì che lo studioso e il lettore moderno possano con esso confron</span><span style="font-size: 11pt; font-family: TimesNewRomanPSMT;">tarsi e di esso discutere. Se ciò suggerisce una certa cautela con cui il tema merita di essere trattato, per altro verso la sua complessità stimola ad approfondimenti specifici e a precise analisi, volti a coglierne il valore, l’uso, le modulazioni che ebbe nella cultura medievale.</span></p> </div> </div> </div> </div> <p><span class="Apple-converted-space"> </span>DOI: <a href="http://doi.org/10.21747/21836884/med40intr">http://doi.org/10.21747/21836884/med40intr</a><span class="Apple-converted-space"> </span></p>Onorato GrassiJosé Francisco Meirinhos
Direitos de Autor (c) 2023 Onorato Grassi, José Francisco Meirinhos
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2023-08-312023-08-3159Fictiones nelle filosofie medievali e filosofie medievali nelle fictions
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<p>Questo intervento è diviso in due parti indipendenti: nella prima, si occuperà non tanto di esaminare singoli casi di <em>fictio</em> e il loro ruolo all’interno di una filosofia o di un autore, quanto di vedere come<br />il filosofare o ragionare per <em>fictiones</em> sia stato teorizzato e praticato nei vari secoli, soprattutto il XII e il XIII; nella seconda parte, si cercherà, invece, di condividere quel che si può trovare leggendo romanzi d’ambiente medievale, soprattutto del genere ‘giallo medievale’, e cioè quale spazio trovino e quale ruolo giochino al loro interno i filosofi, le filosofie e i saperi medievali, in un percorso che va dalla medicina alle arti del trivio.</p> <p><br /><strong>Parole-chiave</strong>: <em>fabula</em>, <em>integumentum</em>, allegoria medievale, gialli medievali, medicina, logica dell’indagine.</p> <p><strong>Autori: </strong>Guglielmo di Conches, Pietro Abelardo, Simone di Tournai, Roberto Grossatesta, Alberto Magno, Egidio Romano, Rodolfo il Bretone.</p> <p> </p> <p> </p> <p><span class="Apple-converted-space"> </span>DOI: <a href="http://doi.org/10.21747/21836884/med40a1">http://doi.org/10.21747/21836884/med40a1</a></p> <p> </p>Costantino Marmo
Direitos de Autor (c) 2023 Costantino Marmo
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2023-08-312023-08-311149Literary Fiction according to Augustine’s Soliloquia
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<p>In this paper, I focus on some passages from Augustine’s Soliloquia. I show that they contain the idea of literary fiction as a non-deceptive lie, in which voluntariness and necessity coexist. I pay particular attention to the case of mythical fiction, which on the one hand leads to Cicero’s theory of narration and on the other hand to Augustine’s conception of imagination.</p> <p><br /><strong>Keywords</strong>: fake; imagination; lie; literary fiction; myth.<br /><strong>Ancient and medieval studied Authors</strong>: Augustine; Cicero.</p> <p>DOI: <a href="http://doi.org/10.21747/21836884/med40a2">http://doi.org/10.21747/21836884/med40a2</a></p> <p> </p>Giovanni Catapano
Direitos de Autor (c) 2023 Giovanni Catapano
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2023-08-312023-08-315169Rethinking time through the episode of the Sleepers: from Aristotle to Abū’l-Barakāt al-Baġdādī
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<p>The article proposes to consider the use of the episode of the Sleepers in the philosophical investigations on the status of time. First quoted in Aristotle’s Physics to demonstrate the dependence of time on motion, which the soul numbers, the episode is cited – through the mediation of Avicenna – in the K<em>itāb al-Mu’tabar</em> or <em>The book about what has been established by personal reflection</em> by the philosopher of Jewish origin Abū’l-Barakāt. In his text he proposes to remodel the original history, to imagine a different scenario that accounts, ultimately, for the inevitable time–movement fracture: more than being an accident of movement, time is, in Abū’l-Barakāt’s innovative reading, the measure of existence.</p> <p><br /><strong>Key words</strong>: Time, Motion.<br /><strong>Authors</strong>: Aristotle, Abū’l-Barakāt, Sleepers.</p> <p> </p> <p> </p>Marienza Benedetto
Direitos de Autor (c) 2023 Marienza Benedetto
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2023-08-312023-08-317194Ša‛baḏa: prestidigitazione e illusionismo tra storia della scienza, filosofia e teologia
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<p>Citata nelle classificazioni delle scienze come scienza operativa (<em>ṣinā‛a</em>), nel mondo islamico del Medioevo la <em>ša‛baḏa</em>, nelle sue varie forme ed estensioni — può essere <em>ša‛baḏa</em> anche il teatro delle ombre — si muove in equilibrio su un delicato confine: mentre il pubblico si diverte alle sue ‘meraviglie’, eruditi di diverse estrazioni giudicano dei suoi reali contenuti; i filosofi, al di là delle ‘meraviglie’, meditano sulla mano dell’uomo e sul grado della sua perfezione che la rende il più sensibile degli strumenti; i teologi tendono a considerarla sorella della magia, e in quanto tale condannabile, ma possono anche citarla in termini elogiativi; i mistici giungono a paragonare il <em>muša‛biḏ</em> a Dio. Su questo sfondo variopinto e animato, il <em>muša‛biḏ</em>, incurante di ogni cosa che non sia la sua arte, continua a giocare il suo gioco.</p> <p><br /><strong>Parole chiave</strong>: <em>ša‛baḏa</em>, prestidigitazione, teatro delle ombre, filosofia islamica, teologia islamica, <em>taṣawwuf.</em></p> <p><strong>Autori medievali</strong>: al-Ǧaubarī, Iḫwān al-ṣafā’, Ibn Sīnā, al-Ǧuwainī, al-Ġazālī.</p> <p> </p> <p><span class="Apple-converted-space"> </span>DOI: <a href="http://doi.org/10.21747/21836884/med40a4">http://doi.org/10.21747/21836884/med40a4</a></p>Paola Carusi
Direitos de Autor (c) 2023 Paola Carusi
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2023-08-312023-08-3195112Finzione e verità: alcuni essenziali esempi nella filosofia di lingua araba
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<p>A partire da alcuni celebri esempi di finzione nella tradizione filosofica araba – come l’argomento dell’uomo velato, i cosiddetti “racconti visionari”, l’Epistola di Ḥayy ibn Yaqẓān e alcune questioni relative all’immaginazione (la visione profetica, la metafora), l’articolo propone una breve ricognizione del ruolo della finzione nella tradizione filosofica araba e delle sue diverse implicazioni: filosofico-religiose ma anche logico-teoretiche. La questione della finzione investe il ruolo della profezia e il rapporto dei sapienti-filosofi con i non sapienti, ma anche lo stesso sapere filosofico dei sapienti.<br />Se, infatti, la filosofia mira ad essere il luogo della verità, la finzione può avere un significato e un valore (pedagogico, politico, religioso etc.) solo se, in qualche modo, contiene la verità. Resta però sullo sfondo la questione logica del rapporto tra immaginazione e pensiero.</p> <p><br /><strong>Keywords</strong>: Avicenna, Ibn Ṭufayl, Averroes, philosophers writing in Arabic; prophecy, imagination.</p> <p> </p> <p><span class="Apple-converted-space"> </span>DOI: <a href="http://doi.org/10.21747/21836884/med40a5">http://doi.org/10.21747/21836884/med40a5</a></p> <p> </p>Olga L. Lizzini
Direitos de Autor (c) 2023 Olga L. Lizzini
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2023-08-312023-08-31113149Alcuni utilizzi degli enti finzionali nel dibattito metafisico tra Enrico di Gand e Giovanni Duns Scoto
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<p>Il dibattito tra Enrico di Gand e Giovanni Duns Scoto circa lo statuto degli enti finzionali ha profonde ricadute sull’elaborazione complessiva delle rispettive metafisiche dei due pensatori. Diverse concezioni relative a entità di questo tipo come ‘chimera’, ‘ircocervo’, ‘montagna d’oro’ sono in relazione a più generali, differenti descrizioni delle essenze creaturali e della dinamica della conoscenza divina delle stesse, investendo la determinazione di concetti speculativi quali <em>ratitudo</em>, <em>aliquitas</em>, <em>res a reor reris</em>. Il contributo prende in considerazione le dottrine in materia di questi due autori, che muovono entrambi da Avicenna, e la questione 17 delle <em>Collationes oxonienses</em>, dove un francescano inglese influenzato da Enrico e lo stesso Scoto (o un suo seguace) si confrontano proprio sugli enti finzionali. Si tenterà di fornire una nuova intepretazione della collatio, non del tutto coincidente con quelle rintracciabili nella letteratura critica.</p> <p><br /><strong>Parole chiave:</strong> <em>Collationes oxonienses</em>, Essenze, Chimera</p> <p><strong>Autori antichi e medievali</strong>: Aristotele, Avicenna, Giovanni Duns Scoto, Enrico di Gand, Riccardo di Conington.</p> <p> </p> <p><span class="Apple-converted-space"> </span>DOI: <a href="http://doi.org/10.21747/21836884/med40a6">http://doi.org/10.21747/21836884/med40a6</a></p> <p> </p>Jacopo Francesco Falà
Direitos de Autor (c) 2023 Jacopo Francesco Falà
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2023-08-312023-08-31151186Suppositiones pro istis dubiis solvendis. Futuri contingenti e profezie nel Tractatus de praedestinatione et de praescientia Dei respectu futurorum contingentium di Guglielmo di Ockham
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<p>Nel <em>Tractatus de praedestinatione et de praescientia Dei respectu futurorum contingentium</em>, Guglielmo di Ockham usa il termine suppositio con un significato diverso rispetto alla <em>Summa Logicae</em>, in quanto passa a indicare la traduzione di <em>ὑπόϑεσις</em> nel primo libro degli <em>Analitici Secondi</em>. Scopo della nostra analisi sarà mostrare come le <em>suppositiones</em> rivestano, nel ragionamento teologico di Ockham, la stessa funzione delle premesse necessarie – benché indimostrate – nel ragionamento scientifico descritto dallo Stagirita: esse infatti hanno carattere di indimostrabilità, provenendo da un atto di credenza, ma al contempo di necessità, quale fondamento di un ragionamento logico-dimostrativo per oggetti che possono presentarsi solo in forma “fittizia” all’apprensione dell’intelletto, come futuri contingenti e profezie. Poste tali <em>suppositiones</em> a fondamento del ragionamento teologico, mostreremo come questo poi si muova, in Ockham, con la consequenzialità della logica proposizionale, così da legittimare lo statuto di scientificità per la scienza profetica e, nel contempo, salvare la libertà dell’uomo di agire diversamente, affermando la propria libera scelta. Chiave dell’argomentazione sarà la distinzione fra proposizioni al presente <em>secundum rem</em> e <em>secundum vocem</em>, da intendere non quale espediente puramente linguistico <em>ad hoc</em> per eludere la questione della conoscibilità dei futuri contingenti, bensì come <em>fictio</em> o <em>suppositio</em> necessaria ad accorciare la catena causale tra <em>res</em> e atti cognitivi che vi si riferiscono, in coerenza con la parsimonia ontologica della teologia di Ockham.</p> <p><br /><strong>Parole chiave</strong>: <em>Suppositio</em>; futuri contingenti; profezia; prescienza; logica della credenza, libero arbitrio.</p> <p><strong>Autori antichi e medievali</strong>: Aristotele, Guglielmo di Ockham; Walter Chatton; Adam Wodeham; Gregorio da Rimini.</p> <p> </p> <p><span class="Apple-converted-space"> </span>DOI: <a href="http://doi.org/10.21747/21836884/med40a7">http://doi.org/10.21747/21836884/med40a7</a></p> <p> </p>Riccardo FedrigaRoberto Limonta
Direitos de Autor (c) 2023 Riccardo Fedriga, Roberto Limonta
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2023-08-312023-08-31187213«Poematis genus ambigui» I concetti di veritas, fictio e visio fra Petrarca e Boccaccio
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<p>Il presente articolo offre, attraverso un costante confronto con i testi, una prospettiva di analisi sulla ricezione della tradizione medievale e classica delle teorie su <em>veritas</em>, <em>fictio</em> e <em>visio</em> nelle opere di Petrarca e Boccaccio. Partendo dalla distinzione etimologica e interpretativa dei concetti di poesia e finzione, permessa dalla riscoperta della <em>Pro Archia</em> di Cicerone, Petrarca e Boccaccio riaffermano la verità morale come centro del discorso poetico, difendendo così la poesia dall’accusa medievale di <em>defectum veritatis</em>. Un particolare caso di studio è offerto dalla dialogicità dei concetti di <em>veritas</em> e <em>fictio</em> nella rielaborazione umanistica delle teorie letterarie sulla visione onirica, offerta <em>dall’Amorosa</em> <em>Visione</em> di Boccaccio e dai <em>Trionfi</em> di Petrarca. L’analisi mette in luce il modo in cui gli autori non solo si siano basati sui modelli teorici precedenti (primo fra tutti il <em>Commentarium in Somnium Scipionis </em>di Macrobio) e abbiamo interagito con il genere della visione profetico-religiosa (come ad esempio <em>Visio Alberici</em>, <em>Vision de Tondale</em>) e l’allegorismo della <em>Divina Commedia,</em> ma anche come abbiano, con le loro riletture critiche, modificato l’interpretazione del simbolo nella letteratura successiva.</p> <p><strong>Keywords</strong>: <em>veritas</em>, <em>fictio</em>, <em>visio</em>, Petrarca, Boccaccio.</p> <p><strong>Autori antichi et medievali</strong>: Cicero, Macrobius, Petrarca, Boccaccio.</p> <p> </p> <p>DOI: <a href="http://doi.org/10.21747/21836884/med40a8">http://doi.org/10.21747/21836884/med40a8</a></p>Benedetta Monaco
Direitos de Autor (c) 2023 Benedetta Monaco
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2023-08-312023-08-31215237Cause naturali e influssi diabolici: Cardano sulle streghe e i demoni
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<p>Questo contributo propone un’interpretazione della posizione di Girolamo Cardano riguardo il fenomeno della stregoneria: il capitolo LXXX del <em>De rerum varietate</em> (1557), in cui Cardano esamina la natura delle presunte streghe, viene inserito all’interno del suo più ampio programma di indagine delle vere cause dei fenomeni naturali, a partire dai concetti di <em>subtilitas</em> e <em>varietas</em> e dall’elaborazione delle <em>coniecturales disciplinae.</em> Per meglio evidenziare la peculiarità del giudizio di Cardano, l’articolo propone un confronto con due autori tardo-medievali, Giovanni Buridano (per la figura della <em>vetula)</em> e Pietro d’Abano (per le influenze demoniache). Da questa analisi emerge come Cardano occupi una posizione mediana nella riflessione a lui coeva sul tema: il fenomeno della stregoneria è ricondotto nella maggior parte dei casi ad una serie di fattori fisiologici e sociali, benché la possibilità di influssi sovrannaturali su coloro che soffrono di un eccesso di bile nera non venga esclusa, per salvaguardare l’attività profetica. La visione di Cardano è dunque complessa e non riconducibile ad uno dei due poli del dibattito rinascimentale sulla natura della stregoneria.</p> <p><strong>Parole chiave</strong>: stregoneria; <em>vetulae;</em> demoni; filosofia della natura; bile nera.</p> <p><strong>Autori</strong>: Girolamo Cardano, Johannes Buridanus, Petrus Aponensis.</p> <p> </p> <p>DOI: <a href="http://doi.org/10.21747/21836884/med40a9">http://doi.org/10.21747/21836884/med40a9</a></p> <p> </p>Laura Cesco-Frare
Direitos de Autor (c) 2023 Laura Cesco-Frare
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2023-08-312023-08-31239272De syllogismo falsigrapho: The Colonial Reception of Deceptive Arguments (From 13th to 18th Centuries)
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<p>In the Dominican Archive San Luis Beltran (Bogotá) there is a manuscript of an unknown cursus philosophicus signed by the Franciscan master Pedro Ceballos y Tena, dated in 1741, Quito. The last section of this cursus is entitled <em>Articulus utilis de syllogismo falsigrapho</em>. For the first time, we can reconstruct the long transition of the vocabulary and the conception of deceptive arguments called <em>falsigraphi.</em> Pseudo-Scotus showed the fallacies behind this sort of defective argumentation, despite the geometrical origin of this expression. In the Aristotelian texts, <em>falsigraphus</em> was a philosophical character who wrongly “drew” the geometrical principles in order to induce a demonstration about a specific problem (e.g. circle quadrature). However, Pseudo-Scotus preferred to highlight the opposition between the demonstrative syllogisms - and their immediate principles - and the sophistic arguments configured by linguistic ambiguities or fallacies. These types of fallacies appear in the <em>Cursus philosophicus dictatus Limae</em> (1701) under the name of s<em>yllogismum pse[u]dographum</em>. The question is how the later readers of Pseudo-Scotus assumed the linguistic perspective on deceptive arguments focused on categorical mistakes, while neglecting the geometrical character of those arguments that involved the use of a “graphical reasoning”. The contrast between <em>pse[u]dographum </em>and <em>falsigraphus</em> will show how the linguistic perspective on deceptive arguments was embraced by the later Scholastic. This linguistic emphasis achieves an interesting point, however, in Ceballos y Tena, who recovers the Pseudo-Scotus’ view of the term <em>falsigraphus</em> to note the ambiguity of logical terms. The hypothesis of this work is the historical oscillation of deceptive arguments between the linguistic perspective and the graphical reasoning involved in geometrical demonstrations.</p> <p><strong>Keywords</strong>: <em>Falsigraphus,</em> Demonstration, Squaring the Circle, Syllogistic, Colonial late scholasticism.<br /><strong>Authors</strong>: Aristotle, Robert Grosseteste, Nicolas of Cusa, Pseudo-Scotus, Pedro Ceballos y Tena, Jose de Aguilar.</p> <p> </p> <p> </p>José Higuera
Direitos de Autor (c) 2023 José Higuera
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2023-08-312023-08-31273295The Truth We Know. Reassessing Suárez’s Account of Cognitive Truth and Objective Being
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<p>Scopo del presente articolo è porre in questione una diffusa tesi, per la quale Francisco Suárez subasato su una metafisica dell’<em>esse</em> <em>obiectivum.</em> Nella prima parte si ricostruisce il dibattito sulla verità complessa e incomplessa, guardando specialmente alle fonti della <em>Disputatio VIII</em> di Suárez: Tommaso d’Aquino, Enrico di Gand, Erveo di Nedéllec, Durando di San Porziano, Giovanni Capreolo e Pedro da Fonseca. Specialmente quest’ultimo appare come il fautore di una sintesi eclettica, che lega elementi provenienti dalla tradizione domenicana e enrichiana. Nella seconda parte il saggio analizza la <em>Disputatio VIII,</em> mostrando che la dottrina della verità di Suárez riprende e mitiga l’impostazione di Fonseca e si conforma ai principali commentatori di Tommaso. L’articolo si sofferma specialmente sul ruolo dell’esse <em>obiectivum</em> nella costituzione della verità cognitiva, mostrando che quest’ultima non può esser data senza una previa adeguazione a livello della verità <em>in significando. </em>Infine, si discutono tre passaggi testuali utilizzati dalla storiografia contemporanea per legittimare il presunto abbandono suáreziano <em>dell’adaequatio,</em> mostrando, alla luce della ricostruzione fornita, alcuni malintesi alla base di questa lettura.</p> <p><strong>Keywords:</strong> Verità; giudizio; apprensione semplice; Esse obiectivum.</p> <p><strong>Authors:</strong> Aristotele, Tommaso d’Aquino, Enrico di Gand, Erveo di Nedéllec, Durando di San Porziano, Giovanni Capreolo, Francisco Suárez.</p> <p> </p> <p>DOI: <a href="http://doi.org/10.21747/21836884/med40a11">http://doi.org/10.21747/21836884/med40a11</a></p> <p> </p>Simone Guidi
Direitos de Autor (c) 2023 Simone Guidi
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2023-08-312023-08-31297334Una finzione feconda per la filosofia della natura: Francisco Suarez e l’annihilatio mundi
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<p>Questo contributo esamina la finzione della soppressione dei corpi da parte di Dio (ovvero <em>annihilatio</em> <em>mundi)</em> e i suoi risvolti nella filosofia della natura, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo dei concetti di luogo e di spazio. Ripercorrendo alcune tappe del ricorso a questa ipotesi da parte di alcuni pensatori medievali, questo studio propone una prima analisi del suo impiego da parte di Francisco Suarez (in particolare nel trattato <em>De angelis</em>). Sulla scìa delle riflessioni emerse nella scolastica del XIII e del XIV secolo, Francisco Suarez si serve abbondantemente <em>dell’annihilatio mundi</em> per formulare la tesi dell’indipendenza delle relazioni spaziali dalla presenza o meno di corpi, rendendo così plausibile l’idea di vuoto. In questa prospettiva, si mostra come l’impiego dell’ipotesi dell<em>’annihilatio mundi</em> conduca, in ultima analisi, ad un superamento significativo della concezione aristotelica del luogo.</p> <p><strong>Parole-chiave</strong>: Luogo, spazio, vuoto, <em>annihilatio mundi,</em> filosofia medievale della natura, metafisica.</p> <p><strong>Autori antichi e medievali</strong>: Aristotele, Pietro di Giovanni Olivi, Enrico di Gand, Giovanni Duns Scoto, Guglielmo di Ockham, Francesco Suarez.</p> <p>DOI: <a href="http://doi.org/10.21747/21836884/med40a12">http://doi.org/10.21747/21836884/med40a12</a></p> <p> </p> <p> </p>Tiziana Suárez-Nani
Direitos de Autor (c) 2023 Tiziana Suarez-Nani
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2023-08-312023-08-31335357Finzioni a fin di bene: la persona ficta, l’inganno artistico contro la menzogna come tradimento
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<p>Dopo una rapida illustrazione dell’invenzione agostiniana della dottrina della “menzogna”, il saggio si concentra su un’altra scoperta medievale, risalente principalmente al diritto canonico del XII secolo: la nozione di <em>persona ficta</em>. Tale concetto, le cui radici risalgono al diritto romano, consente una concettualizzazione innovativa di istituzioni religiose e politiche come la chiesa, l’università o lo Stato.</p> <p><strong>Parole chiave: </strong><em>Fictio iuris</em>, persona, diritto canonico, Agostino di Ipona, menzogna, Ernst Kantorowicz. </p> <p>DOI: <a href="http://doi.org/10.21747/21836884/med40a13">http://doi.org/10.21747/21836884/med40a13</a></p>Maria Tilde Bettetini
Direitos de Autor (c) 2023 Maria Tilde Bettetini
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2023-08-312023-08-31359367Finzione nel discorso filosofico medievale: una riflessione conclusiva
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<p>In questa postfazione, i tre curatori tracciano una riflessione conclusiva sul convegno dedicato alla «Finzione nel discorso filosofico medievale» (Porto 2019), in coda alla pubblicazione dei contributi dei partecipanti.</p> <p>Organizzato dalla “Commissione per le attività e gli scambi internazionali” (di cui Robiglio e Zavattero erano coordinatori nel 2019) della Società Italiana per lo Studio del Pensiero Medievale, il convegno ha visto una massiccia partecipazione di specialisti italiani, in particolare giovani e giovanissimi, nonché di medievisti italiani attivi in università estere e di alcuni colleghi stranieri. </p> <p>Il volume presenta varie linee di indagine, così da formare una ordinata collana di interessanti e suggestivi medaglioni. Negli articoli, da prospettive e punti diversi, viene illustrato un approccio plurale al Medioevo, tanto nella scelta degli autori trattati, quanto nei distinti tagli tematici.</p> <p>A margine della pregevole pubblicazione collettiva, i curatori riflettono su alcune piste di ricerca che, a partire da questi saggi, potranno essere oggetto di futuri approfondimenti.</p> <p> </p> <p>DOI: <a href="http://doi.org/10.21747/21836884/med40a14">http://doi.org/10.21747/21836884/med40a14</a><span class="Apple-converted-space"> </span></p>Andrea Aldo RobiglioIrene ZavatteroPaula Oliveira e Silva
Direitos de Autor (c) 2023 Andrea Aldo Robiglio, Irene Zavattero, Paula Oliveira e Silva
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2023-08-312023-08-31369374Title Page & Table of Contents
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<p>.</p>I F
Direitos de Autor (c) 2023 I F
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2023-08-312023-08-3114