Per beryllum intueamur. La metafora del berillo in Nicola Cusano e nella scuola di Colonia del XIII e XIV secolo
Resumo
Nicola Cusano nel De beryllo (1458) ha proposto una particolare modalità di conoscenza del mondo, realizzata guardando attraverso un berillo, ovvero una lente al contempo concava e convessa. L’intelletto di colui che vi guarda attraverso può così raggiungere, per tramite del berillo, una visione secondo la coincidenza degli opposti. Tale dottrina contiene e porta a compimento la riflessione sviluppata da Cusano in altre opere, come il De visione Dei, concepito nel 1453 nel contesto del dibattito sulla visione beatifica. Cusano in quel medesimo anno aveva inoltre acquistato una copia del commento di Alberto Magno al De divinis nominibus di Dionigi Areopagita, testo da lui più volte richiamato nel De beryllo allo scopo di definire la cognitio umana. Nel presente contributo viene definito l’impiego della metafora del berillo da parte di Cusano e viene in seguito confrontato con l’analogo utilizzo della medesima metafora in Alberto Magno, Meister Eckhart, Teodorico di Freiberg e nel sermone del carmelitano Hane raccolto nel Paradisus animae intelligentis. Infine viene formulata un’ipotesi interpretativa in merito all’origine della svolta procliana presente nel De beryllo.
Parole chiave: Nicola Cusano; Alberto Magno; gnoseologia; visione beatifica.
DOI: https://doi.org/10.21747/21836884/med41a23
Downloads
Publicado
Edição
Secção
Licença
Direitos de Autor (c) 2024 Andrea Fiamma
Este trabalho encontra-se publicado com a Licença Internacional Creative Commons Atribuição-NãoComercial-SemDerivações 4.0.